Guarda Oltre Festival 23
Il Festival del Teatro vivo
Dal 27 settembre al 7 ottobre
11 spettacoli, 3 appuntamenti al buio con il teatro e 3 djset, che affrontano temi terribilmente umani e contemporanei: sessualità, affettività, mascolinità, cambiamenti climatici, infertilità, e il rapporto con l’arte e l’intelligenza artificiale. Un’esperienza coinvolgente, sfidante e liberatoria che ridefinisce il teatro come spazio aperto a tutte le espressioni e sfumature della vita.
Al Capitol ospiteremo i Chiaccheritivi: incontri informali con gli autori prima degli spettacoli, Spettacoli di Teatro, Dj Set, Concerti
Guardare oltre per andare oltre. Queste le premesse della programmazione di questo festival che vuole essere un grido di liberà e indipendenza, esaltazione dei sensi, voglia di essere presenti in un presente che per quanto confuso possa apparire è nostro e non possiamo negarlo. E l’arte che interpreta il presente sembra urlarci in faccia che siamo ottusi nel credere ancora che si possa costruire una coscienza collettiva senza errore, che possa esserci comunità senza vicinanza, felicità senza rischio, futuro senza responsabilità.
Forse abbiamo guardato troppo a lungo al risultato sperato senza occuparci del processo, quando è il processo che fa emergere il risultato. E adesso dobbiamo riconoscere che la vita non corre su binari prestabiliti, che non esiste il rischio zero e che anche se ci siamo abituati a pensare che “È sempre stato così”, non è vero.
Questa è una programmazione che nasce dal brivido dell’ignoto, dal bisogno di dichiarare che noi questo presente lo vediamo, e vogliamo dargli voce. Ed è un presente piuttosto incazzato che fa ironia su sé stesso e non le manda a dire. Un presente letteralmente “culo all’aria”. Artisti coraggiosi che non hanno timore di dire ciò che c’è bisogno di dire, ad esempio che abbiamo dimenticato le emozioni delle prime volte, che abbiamo perso il piacere di essere comunità, che non sappiamo più essere elastici, profondi, permeabili, siamo rigidi, superficiali e sterili. È una rassegna che presenta reali, vili, egoisti personaggi di oggi, perché vogliamo dimostrarvi che non è un problema riconoscersi nei nostri aspetti negativi e riderci sopra. Questo è forse il primo passo per il cambiamento che tutti vogliamo. Il teatro in fin dei conti è delle persone e questi sono tutti spettacoli per il pubblico. Siamo piuttosto stanche di un sistema che non mette il pubblico al centro se non nei termini delle economie che possono girare da grandi nomi o classici rivisti e rivisitati. La nostra è una programmazione di grandi sfide. Sfidiamo il pubblico a riappropriarsi delle platee, perché il teatro vi riguarda e ci riguarda. Non è un esercizio di stile né noioso salotto politico, è l’arena di tutti coloro che credono nel prodigio dell’esistenza e che non possono chiedere perdono o permesso per esercitare il diritto di esserci.
Questa è una programmazione che invoca un cambiamento dal basso, sporco, aggressivo e a tratti agghiacciante, che ride e fa ridere ma soprattutto che vuole colpire duro.
Questa è una programmazione che non cerca consensi ma solo pubblico, gente vera come veri sono gli artisti. Noi chiediamo di venire a teatro a tutti coloro che vogliono scrollarsi di dosso la polvere di un mondo vecchio e un po’ chiuso in sé stesso in cui per andare a teatro ci si deve vestire bene. Noi accettiamo giacca e cravatta ma anche felpe, piercing, tatuaggi, parrucche, boa di struzzo o la tuta sudata con cui siete usciti dalla palestra. Il pubblico è bello quando è vario e rappresentato. E il teatro è bello quando è vario e rappresentativo.